Η γενοκτονία ως σταύρωση ενός λαού
Ν. Λυγερός
Αν μπορούσε ο καθένας μας να αντιληφθεί ότι η γενοκτονία είναι η σταύρωση ενός λαού, τότε θα ήξερε ότι δεν θα μπορούσε να ανεχτεί οποιαδήποτε αμφισβήτηση και βέβαια άρνηση. Ενώ όταν παρουσιάζεται μόνο και μόνο ως μία νομική διεκδίκηση, η αναγνώριση της γενοκτονίας αφήνει αδιάφορους τους περισσότερους, διότι δεν κατέχουν τα ανάλογα εργαλεία κατανόησης και για την ποινικοποίηση της άρνησης. Οι περισσότεροι που δεν ξέρουν την αλήθεια την βλέπουν απλώς ως μία λογοκρισία. Και δεν έχουν ποτέ σκεφτεί και στις δύο περιπτώσεις, το μάθημα του Χριστού, ο οποίος αν και δίκαιος είχε απέναντί του την δικαιοσύνη της κοινωνίας που τον καταδίκασε. Τώρα βέβαια λένε ότι πιστεύουν δίχως να βλέπουν τις επιπτώσεις αυτής της επιλογής. Είναι δυνατόν λοιπόν να αφήσουν κάποιον να αμφισβητήσει τη σταύρωση; Είναι δυνατόν να θεωρούν ότι είναι λογοκρισία, όταν κάποιος λέει ότι πρέπει να μην τον βρίζουμε; Δεν ανήκουμε στους χώρους, όπου η πίστη επιβάλλεται με καταναγκαστικό τρόπο. Θέλουμε απλώς να υπάρχει ένας σεβασμός για τον αθώο δίκαιο. Όταν αντιληφθούμε όλοι μας ότι δεν θέλουμε τίποτα άλλο με την αναγνώριση της γενοκτονίας και με την ποινικοποίηση της άρνησης της γενοκτονίας, τότε ο αγώνας μας θα γίνει πιο αποτελεσματικός απ’ ό,τι είναι τώρα. Διότι ακόμα και οι αγωνιστές της αναγνώρισης της γενοκτονίας δεν συνειδητοποιούν πραγματικά την αξία του αγώνα τους. Γι’ αυτό και οι περισσότεροι κοιτάζουν μόνο και μόνο τη δική τους γενοκτονία και βέβαια ξαφνιάζονται όταν έχουν να κάνουν με ανθρώπους που δεν είναι απόγονοι επιζώντων, γιατί δεν καταλαβαίνουν τον σκοπό. Είναι σαν να λένε ότι πρέπει να μιλάς αποκλειστικά αραμαϊκά, για να καταλάβεις τη θυσία του Χριστού και ότι αν δεν κατέχεις αυτή τη γλώσσα δεν μπορείς να συμπάσχεις και να πιστεύεις. Τα πράγματα είναι λοιπόν πιο απλά δίχως να είναι απλοϊκά. Το θέμα της γενοκτονίας δεν είναι μια αντιπαράθεση ούτε μια εκδίκηση. Είναι μια ανθρώπινη διεκδίκηση που έχει νόημα όταν πιστεύεις στην Ανθρωπότητα, αφού μια γενοκτονία είναι ένα έγκλημα κατά της Ανθρωπότητας για την οποία θυσιάστηκε ο Χριστός. Αν το κατανοήσουμε, θα επινοήσουμε και το ρόλο μας αφού θέλουμε μόνο και μόνο να συνεχίσουμε το έργο του Χριστού μέσω των μαθημάτων του.
Il genocidio quale crocefissione di un popolo
N. Lygeros
Traduzione: Lucia Santini
Se ognuno di noi potesse percepire che il genocidio è la crocefissione di un popolo, allora saprebbe che non avrebbe mai potuto tollerare qualsiasi controversia e chiaramente il diniego. Invece quando viene presentato solo e semplicemente come una legale rivendicazione, il riconoscimento del genocidio lascia indifferente la maggior parte delle persone, perché non possiede i mezzi conoscitivi necessari per penalizzare il diniego.
La maggior parte delle persone che non sa la verità vede la penalizzazione semplicemente come una censura. E non ha mai ragionato in entrambi i casi, sulla lezione di Gesù Cristo, il quale sebbene giusto si trovò di fronte alla legge della società che lo condannò. Adesso invece dice che crede senza vedere le incidenze di questa scelta. E’ possibile dunque lasciare che qualcuno dubiti della crocefissione? E’ possibile ritenere che si tratti di una censura, quando qualcuno dice che non si può insultare Gesù? Non apparteniamo agli ambiti, ove la fede è imposta in maniera costrittiva. Vogliamo semplicemente che ci sia rispetto per il giusto innocente. Quando percipiremo tutti che non vogliamo nulla con il riconoscimento del genocidio e con la penalizzazione del diniego del genocidio, allora la nostra lotta diventerà più risolutiva di quanto sia ora. Perché anche i combattenti del riconoscimento del genocidio in realtà non prendono coscienza del valore della loro battaglia. Per questo la maggior parte delle persone vede solo il loro genocidio e sicuramente si sorprende quando ha a che fare con coloro che non sono discendenti dei sopravissuti, perché non ne comprende il loro fine. È come dire che bisogna parlare esclusivamente aramaico, per capire il sacrificio di Cristo e che se non hai la proprietà di questa lingua non puoi commiserare e credere. Dunque tutto è più semplice senza che sia semplicistico. L’argomento del genocidio non è uno scontro né una vendetta. È una umana rivendicazione che ha significato quando credi nell’Umanità, dal momento che un genocidio è un crimine contro l’ Umanità, per la quale si è sacrificato Gesù Cristo. Se comprendiamo questo, escogiteremo quale sarà il nostro ruolo dal momento che vogliamo continuare solo e unicamente l’opera di Cristo tramite i suoi insegnamenti.
La maggior parte delle persone che non sa la verità vede la penalizzazione semplicemente come una censura. E non ha mai ragionato in entrambi i casi, sulla lezione di Gesù Cristo, il quale sebbene giusto si trovò di fronte alla legge della società che lo condannò. Adesso invece dice che crede senza vedere le incidenze di questa scelta. E’ possibile dunque lasciare che qualcuno dubiti della crocefissione? E’ possibile ritenere che si tratti di una censura, quando qualcuno dice che non si può insultare Gesù? Non apparteniamo agli ambiti, ove la fede è imposta in maniera costrittiva. Vogliamo semplicemente che ci sia rispetto per il giusto innocente. Quando percipiremo tutti che non vogliamo nulla con il riconoscimento del genocidio e con la penalizzazione del diniego del genocidio, allora la nostra lotta diventerà più risolutiva di quanto sia ora. Perché anche i combattenti del riconoscimento del genocidio in realtà non prendono coscienza del valore della loro battaglia. Per questo la maggior parte delle persone vede solo il loro genocidio e sicuramente si sorprende quando ha a che fare con coloro che non sono discendenti dei sopravissuti, perché non ne comprende il loro fine. È come dire che bisogna parlare esclusivamente aramaico, per capire il sacrificio di Cristo e che se non hai la proprietà di questa lingua non puoi commiserare e credere. Dunque tutto è più semplice senza che sia semplicistico. L’argomento del genocidio non è uno scontro né una vendetta. È una umana rivendicazione che ha significato quando credi nell’Umanità, dal momento che un genocidio è un crimine contro l’ Umanità, per la quale si è sacrificato Gesù Cristo. Se comprendiamo questo, escogiteremo quale sarà il nostro ruolo dal momento che vogliamo continuare solo e unicamente l’opera di Cristo tramite i suoi insegnamenti.
El genocidio como crucifixión de un pueblo
N. Lygeros
Traducción al español de Eduardo Lucena González y Olga Raptopoulou
Si pudiera cada uno de nosotros percibir el genocidio como la crucifixión de un pueblo, sabría entonces que no podría tolerar cualquier cuestionamiento ni desde luego la negación. Mientras que cuando se presenta sólo como una demanda judicial, el reconocimiento del genocidio deja indiferente a la mayoría, ya que no posee las correspondientes herramientas de comprensión también para la penalización de la negación. La mayoría de los que no conocen la verdad sólo la ve como una censura. Y nunca ha reflexionado, en ambos casos, sobre la lección de Cristo, que aunque era justo tenía ante sí la justicia de la sociedad que le condenó. Ahora, por supuesto, dicen que creen sin darse cuenta de las consecuencias de esta elección. ¿Es posible, pues, que dejen a alguien negar la crucifixión? ¿Es posible considerarlo censura cuando alguien dice que no hay que insultarlo? No pertenecemos a los espacios donde la fe se impone de manera coercitiva. Simplemente queremos que haya un respeto para el inocente justo. Cuando percibamos todos nosotros que no queremos nada más con el reconocimiento del genocidio y la penalización de la negación, entonces nuestra lucha será más eficaz de lo que es ahora. Porque incluso los combatientes del reconocimiento del genocidio no se dan cuenta en realidad del valor de su lucha. Por eso la mayoría se fija sólo en su genocidio y por supuesto se sorprende cuando se trata de personas que no son descendientes de sobrevivientes, porque no entienden el propósito. Es como decir que debemos hablar arameo exclusivamente para entender el sacrificio de Cristo, y si no dominas esta lengua no puedes compadecerte y creer. Las cosas son pues más sencillas sin por ello ser simplistas. La cuestión del genocidio no es un debate ni una venganza. Se trata de una reivindicación humana que tiene sentido cuando crees en la Humanidad, dado que un genocidio es un crimen contra la Humanidad por la que se sacrificó Cristo. Si comprendemos esto, hallaremos nuestro papel, ya que lo único que queremos es continuar la obra de Cristo a través de sus lecciones.
Genocide as crucifixion of a people
N. Lygeros
Translated from the Greek by Evi Charitidou
If each one of us could conceive that genocide is a crucifixion of a people, then one would know that one could not bear any contestation, let alone denial. Whereas when it is presented merely as a legal claim, recognizing genocide leaves most people indifferent, because they do not possess proper tools to comprehend penalization of denial as well. Most do not know the truth and simply see a form of censorship in that. And in both cases they have never thought of the Christ's teaching who albeit a Just faced justice of the society which convicted him. Of course, now, they say that they believe without looking at the consequences of this choice. Is it therefore possible to allow somebody to question the crucifixion? Is it possible to consider it as censorship when somebody says that we should not swear at Him? We do not belong to areas where faith is imposed in a coercive way. We simply want respect for the innocent Just. When we all realize that we do not want anything else with the recognition of genocide and penalization of denial of genocide, then our struggle will become more efficient than it is now. For, even fighters for recognition of genocide do not really realize the value of their struggle. This is the reason why most look at their genocide only and only this one, and they are taken by surprise, of course, when they deal with the humans who are not survivors' descendants, because they do not understand the objective. It is as if they say that you have to exclusively speak in Aramaic to comprehend the sacrifice of the Christ and that if you do not acquire this language you cannot sympathize with and believe. The matter is therefore simpler than it seems without being simplistic. The issue of genocide is neither a confrontation nor revenge. It is a humane claim which has a meaning when you believe in Humanity, since a case of genocide is a crime against Humanity in the sake of which the Christ sacrificed himself. If we comprehend this, we will invent our role as well, since what we only want to do is to continue the work of the Christ through his teachings.